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Il sondaggio della DMO: turismo e congressuale vicini allo zero, ma c’è la sfida della ripartenza

Più di 80 strutture turistiche e congressuali di Padova hanno condiviso i dati dell’emergenza Coronavirus con il Consorzio Turistico DMO: prenotazioni annullate, investimenti cancellati, “ma c’è la voglia di fare squadra e ripartire”.

 

Fotografare la situazione attuale, per pianificare con maggior precisione le azioni dell’immediato futuro. Il Consorzio Turistico DMO Padova ha lanciato un’iniziativa di raccolta dati dedicata alle aziende del settore turistico e congressuale per avere un primo feedback degli impatti economici che sta avendo l’emergenza Coronavirus a Padova. Un focus sulle prenotazioni cancellate, sugli eventi annullati, sui meeting e sui grandi congressi che avrebbero portato in città e provincia indotto e risorse, cancellati invece, in pochissimi giorni, a partire dalle prime ordinanze di chiusura del 20 di febbraio. Hanno partecipato al questionario 82 aziende e professionisti: hotel, B&B, agenzie di viaggio, centri congressi, ristoratori, guide e accompagnatori turistici, società di trasporto.

L’analisi ha riguardato i primi impatti del Covid-19 sul turismo padovano, ma è stato richiesto ai soggetti coinvolti di comunicare i dati tendenziali fino a settembre prossimo, per avere un quadro più preciso anche sulle prenotazioni (o meglio sulle disdette) in vista dell’estate.

“La situazione è molto complessa – dichiara Roberto Crosta, il Presidente della DMO di Padova – Anche il nostro sistema turistico è “malato” anch’esso di Coronavirus: ha davanti una lotta importante per cercare di superare l’emergenza e tornare, passo dopo passo, a portare prenotazioni e presenze sul territorio. Abbiamo realizzato questo studio principalmente per avere una base per delineare le azioni concrete per supportare il nostro sistema di promozione e accoglienza turistica. Su questo siamo già al lavoro per pianificare una strategia da applicare non appena i decreti che limitano la circolazione delle persone saranno modificati”.

La raccolta dei dati

Il 24 marzo è stato inviato un questionario con 18 domande – a risposta multipla o testuale – ai soci del Consorzio DMO, alle principali società, agenzie, consorzi, musei e associazioni in ambito turistico e congressuale, oltre che ai professionisti, di Padova e Provincia. La raccolta dei dati è terminata il 6 di aprile, con 82 questionari inviati. Nelle domande sugli effetti economici sono stati considerati due periodi: marzo e aprile, nell’immediatezza dell’emergenza, e un periodo più lungo, che arriva fino a settembre, per capire cosa si aspettano dall’estate i professionisti del turismo padovano. È stato richiesto di indicare un referente per la compilazione e di indicare i dati principali della struttura, ma garantendo l’anonimato e la pubblicazione dei dati in formato aggregato.

Il calo del fatturato, a livello percentuale, rispetto all'anno precedente

Nel periodo di marzo e aprile, dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, degli 82 soggetti coinvolti, il 68,3% ha dichiarato un calo del fatturato turistico – rispetto all’anno precedente - del 100%. Il 22% ha avuto invece un calo fra il 70 e il 100%. Solo il 4,9% del campione ha riscontrato un calo fra il 50% e il 70%. Le strutture in ambito turistico che hanno salvato almeno il 50% del fatturato sono pochissime: il 4,8%.

Interrogati su cosa si aspettano dal fatturato in un orizzonte di tempo più lungo, considerando il periodo fino al prossimo settembre, il 18,5% del campione si aspetta un calo del 100% del fatturato rispetto all’anno precedente, ipotizzando una chiusura o ripercussioni che dureranno l’intera estate. Secondo il 48,1% dei professionisti del turismo il calo del loro fatturato sarà fra il 70 e il 100%, mentre il 21% si aspetta un calo fra il 50 e il 70% degli introiti. Il 6,2% prevede invece un calo fra il 30 e il 50%, confidando in una ripresa parziale.

Il numero di disdette

Alle singole strutture turistiche è stato richiesto di indicare il numero di prenotazioni nel periodo marzo-aprile e nel periodo marzo-settembre. In una domanda successiva è stato domandato di indicare quante di queste prenotazioni sono state cancellate. In una visione d’insieme è possibile affermare che una percentuale di oltre il 95% delle prenotazioni fino a maggio è stata disdettata: una percentuale che è arrivata a sfiorare il 100% negli eventi congressuali. Anche nella proiezione verso l’estate i numeri delle disdette sono importanti: il 70% dei clienti, di media, ha scelto in maniera prudenziale di non confermare i servizi e le prenotazioni anche nel medio periodo. Molti degli 82 operatori del questionario hanno affermato che le disdette stanno ulteriormente continuando ad arrivare, anche per l’incertezza della durata delle misure di contenimento degli spostamenti.

Cliente perso definitivamente?

Un addio o un arrivederci? È stato chiesto agli operatori turistici se i clienti che hanno richiesto l’annullamento delle prenotazioni o dei servizi hanno solo spostato nel tempo il loro viaggio, quindi torneranno a Padova, o se sono da considerare visitatori persi definitivamente: secondo il 50% del campione il cliente è perso definitivamente. Il 23,2% pensa che invece i visitatori abbiano solo rimandato nel tempo il viaggio. Solo il 2,3% è certo che i clienti torneranno l’anno prossimo, mentre il restante del campione, attorno al 20% non ha alcuna certezza in merito, scegliendo il campo “altro”.

Italia, Europa, Mondo.

Con l’espandersi in Europa e nel mondo dell’emergenza Coronavirus la DMO di Padova ha voluto chiedere, nel sondaggio, quante aziende del settore turistico sono legate ad un contesto internazionale: il 60,5% delle risposte ha indicato che il mercato di riferimento resta quello italiano. Il 16% del campione ha allargato il “raggio d’azione” del proprio business all’Europa e il 12,3% ha invece dichiarato di operare, a livello turistico e congressuale, con Paesi di tutto il mondo. Occhi puntati quindi su cosa succederà nelle prossime settimane, e mesi, anche a livello internazionale.

Progetti di sviluppo e investimenti. Tutto fermo?

La DMO di Padova ha chiesto alle aziende del settore turistico e a chi si occupa di congressuale una dichiarazione sugli investimenti per la crescita delle proprie strutture previsti nel 2020, alla luce dell’emergenza in atto. L’88,5% degli intervistati non ha dubbi: gli investimenti programmati in pipeline saranno cancellati o ridimensionati. Il 3,8% ha confermato invece quanto previsto per l’ammodernamento e la crescita. Il resto del campione non ha espresso una risposta certa.

Reputate sufficienti - considerando la grave difficoltà che sta vivendo il Paese - le misure messe in campo finora?

La domanda è stata posta alle strutture prima delle novità sul decreto “Cura Italia”, in discussione in Parlamento in questi giorni. È quindi possibile che il campione sia orientato diversamente. Al 6 aprile comunque per il 68,3% delle strutture turistiche/congressuali di Padova le misure a livello centrale e locale non sono sufficienti per aiutare il settore, mentre un 13,4% è di tutt’altra idea, considerando le risorse promesse in linea con i fabbisogni delle aziende. Il 2,4% indica che “si potrebbe fare meglio”.

“La ripartenza: una sfida che deve unirci”: l’analisi di Roberto Crosta

“E’ il momento dell’unità, della determinazione, di un'unica voce che riporti Padova al centro del turismo italiano ed internazionale - dice Roberto Crosta, il presidente della DMO Padova, analizzando i dati e prospettando una ripartenza del settore -. L’anno è comunque pesantemente condizionato, ma dobbiamo lavorare perché quando sarà confermata la possibilità di viaggiare, la nostra città sia già ben posizionata sul mercato. È necessario fare squadra, coinvolgere istituzioni e aziende in un percorso comune per promuovere la destinazione, puntando sulla sicurezza e su attività, almeno inizialmente, che siano in linea con le necessarie tutele per il pubblico. L’outdoor potrà essere una delle chiavi della ripartenza, penso alla valorizzazione di sport, attività lungo fiumi e canali, Colli Euganei, e wellness, come pure gli eventi congressuali anche in sedi alternative, come le ville storiche e i loro parchi, mentre le più classiche strutture congressuali dovranno dotarsi di procedure ad hoc per proteggere al meglio i loro congressisti. Stiamo lavorando a numerose ipotesi, coinvolgeremo tutte le migliori forze pubbliche e private della città e provincia: sono convinto che usciremo da questo momento difficile come un modello di ripartenza per tutto il Paese”, termina Crosta.

 

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